Oltre il turismo | Edizione greca

Con il bel titolo Iperturismo, è uscita nelle librerie l’edizione greca di Oltre il turismo, pubblicata da Nefeli edizioni. Ho parlato dell’impatto del turismo sulle città e le nostre vite con Mare Claire.gr, qui.

Il libro è stato tradotto in greco da Panayotis Ioannou, professore di storia dell’arte all’Università di Creta, che ringrazio moltissimo. Lo ha tradotto, mi ha spiegato, al suo rientro da un viaggio a Napoli, città dove è stato per alcuni anni e che conosce come storico dell’arte – l’arte napoletana del Cinque e Seicento è tra i miei più preferiti argomenti, mi ha scritto. È tornato a Napoli un anno fa ed è rimasto sconvolto dalla sua trasformazione: la città è diventata un enorme Airbnb, con targhe per ‘deposito bagagli’ ovunque nei Quartieri Spagnoli e dove «prendere un caffè o mangiare una pizza è diventata una cosa rara» con amici che non escono quasi mai o sono andati ad abitare nelle periferie, mi ha scritto.

Aveva letto il mio libro e lo ha tradotto perché «sintetizza il cuore del problema: la trasformazione economica-sociale, il background ideologico, la distruzione della coscienza collettiva, il lavoro nero e a quattro soldi, ma anche il grande ruolo che esercitano gli eventi, comprese le mostre di arte – dove talvolta non c’è però neanche un quadro esposto»

A Creta, a Rettimo, mi ha scritto, la situazione è molto peggiore. «Si tratta di un luogo ove solamente i turisti hanno il diritto di vivere, nessun altro. E solamente da aprile a ottobre. Poi la città è quasi morta. Figuriamoci che fino poco fa la stessa città era (anche) una città universitaria con molti studenti, quasi 5 o 6 mila, oramai probabilmente non c’è più nemmeno uno terzo di questi. Trovare una casa da affittare è veramente impossibile: per quelli che hanno solamente uno stipendio, semplicemente questo stipendio non basta».

Nell’intervista racconto questo, quello che accomuna molte città del Sud Europa, e parlo della necessità da una parte di una decrescita turistica e dall’altra di de-mercificare tutte le sfere della vita quotidiana, di spostare l’attenzione dal turismo alla qualità di vita ordinaria, all’accesso a servizi pubblici e al patrimonio culturale, a biblioteche, piscine, parchi, spazi culturali e spazi pubblici in generale, alloggi a prezzi accessibili e così via: tutto ciò che può migliorare la nostra qualità di vita e ridurre la necessità di una qualche compensazione con le vacanze. Non è un caso se tutto questo oggi viene privatizzato: il capitalismo ci sta privando sempre più di queste possibilità, trasformando la vita stessa in un’esperienza a pagamento.

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Sarah Gainsforth

Sarah Gainsforth è saggista e giornalista freelance, scrive di casa e abitare, di turismo e gentrificazione, di politiche abitative e di trasformazioni urbane. Collabora con Internazionale e Il Manifesto. Il suo ultimo libro è L’Italia Senza casa, Politiche abitative per non morire di rendita (Laterza, 2025). Vive e lavora tra Roma e Goriano Valli.