Cameriera

Sarah Gainsforth ci racconta la sua esperienza tra i tavolini di un bar romano, un’esperienza forse migliore di tante altre, e insieme traccia un ritratto preciso di cosa significhi lavorare oggi nel mondo della ristorazione in Italia; tra paghe da fame e illeciti, tra la voglia di una vita migliore e la lotta di chi dal basso sta provando a cambiare le cose, mentre tutto intorno si alza l’estenuante coro di quelli che in giro vedono solo fannulloni e mai sfruttati.
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«Chi fa la cameriera non ha tempo di scriverne, può farlo quando ha la fortuna di uscirne fuori e intraprendere un percorso più gratificante – come è il caso dell’autrice, diventata autorevole giornalista di inchiesta e sociologa dell’abitare – e allora abbiamo, per parafrasare un altro irlandese, un Portrait of the Artist as Young Woman».
«Sarah Gainsforth riporta in modo cosciente, politico, contestualizzato uno dei settori lavorativi contemporanei più drammatici, che spesso assurge agli onori della cronaca (salvo poi inabissarsi velocemente di nuovo nell’indifferenza generale): la ristorazione».
«Se invece volete rifarvi gli occhi potete avvicinare un piccolo saggio uscito sulla collezione “I Quanti” di Einaudi (si legge in digitale) scritto da Sarah Gainsforth che si chiama proprio “Cameriera”.»
"Esce tra i Quanti Einaudi una riflessione sul lavoro povero della giornalista indipendente Sarah Gainsforth. Il suo “Cameriera” è un reportage narrativo dal pretesto autobiografico che a partire dalle vicende di una cameriera di un bar del centro di Roma analizza le condizioni professionali ed esistenziali di una vasta comunità precaria".