Sarah Elizabeth Gainsforth

Sarah Elizabeth Gainsforth

Ricercatrice indipendente
scrittrice freelance

Sono ricercatrice indipendente, saggista e giornalista freelance. Scrivo di casa e abitare, di turismo e gentrificazione, di politiche abitative e di trasformazioni urbane; indago le disuguaglianze e i divari territoriali che il capitalismo produce quando usa lo spazio per accrescere la ricchezza privata. Attualmente collaboro soprattutto con Internazionale e Il manifesto; ho scritto anche per Dinamopress, Jacobin Italia, Fanpage, L’Espresso e Repubblica, Micromega, CheFare.

Ho iniziato a scrivere nel 2012 facendo attivismo politico al Cinema Palazzo, nel quartiere San Lorenzo a Roma. L’ex teatro era stato da poco occupato dagli abitanti del quartiere per impedire che diventasse un casinò. Ho quindi raccontato la diffusione e l’impatto del gioco d’azzardo in alcuni articoli pubblicati da Dinamopress, la mia ‘palestra’. Ho partecipato alla Libera Repubblica di San Lorenzo, uno spazio di coordinamento di diverse realtà sociali accomunate dal desiderio di decidere il futuro del quartiere, per non soccombere agli interessi privati dei più forti. Abbiamo fatto assemblee, iniziative, feste e proteste, riunioni con l’amministrazione comunale, accessi agli atti, abbiamo scritto lettere, articoli e comunicati, organizzato campagne, commemorazioni e camminate. Ho imparato le parole dell’urbanistica, una lente formidabile per leggere la città, e ho imparato che il disagio abitativo, quello di chi come me paga un affitto troppo alto, è una questione politica e collettiva.

Nel 2016 mi sono iscritta alla Scuola di Giornalismo della Fondazione Lelio e Lisli Basso, che ha sede nel centro storico di Roma. L’anno prima avevo lasciato un lavoro stabile come segretaria e un costosissimo monolocale al Pigneto perché, ho pensato, questo sistema non funziona! Ho ricominciato da quello che più amo fare: scrivere. Sono andata a stare da un amico, ho trovato un lavoro da baby-sitter e ho iniziato la scuola di giornalismo. Ogni mattina, andando a lezione, osservavo la trasformazione di Roma: il centro stava diventando un gigantesco parco a tema per turisti. Ho iniziato a cercare i dati sugli Airbnb e a seguire il dibattito sugli affitti brevi negli Stati Uniti, dove il nesso con la questione abitativa era già stato tracciato – da noi invece il tema veniva affrontato sempre soltanto come una questione fiscale. Ho scritto al mitico Murray Cox di Inside Airbnb e per un anno ho lavorato ai suoi dati sugli Airbnb a Roma, pubblicandoli nel 2017 in un articolo per Repubblica. L’editor mi disse «ma questo è giornalismo anglosassone!». Ebbene si: avevamo dei dati!

Da allora mi occupo di casa e abitare. Racconto come il valore generato dalle nostre città e dai beni comuni in genere è continuamente estratto, catturato e privatizzato, raccontando anche che cosa possiamo fare noi per resistere e creare spazi dell’abitare liberi e giusti.

Ho scritto sei libri su questi temi: «Airbnb città merce, Storie di resistenza alla gentrificazione digitale» (Derive Approdi, 2019), finalista Premio Napoli 2020; «Oltre il turismo, Esiste un turismo sostenibile?» (Eris Edizioni, 2020); «Abitare Stanca. La casa: una storia politica» (effequ 2022), Premio Giulio Angioni per la saggistica 2023; «Cameriera» (I Quanti, Einaudi, 2022); «Dopo la gentrificazione, un quartiere laboratorio dalla crisi economica all'abitare temporaneo» (con A. Barile, B. Brollo e R. Marchini, DeriveApprodi, 2023); «L’Italia Senza casa, Politiche abitative per non morire di rendita» (Laterza, 2025).

Oggi abito e lavoro tra Roma a Goriano Valli, una frazione di Tione, in Abruzzo – che non è un luogo ‘incontaminato’ ma un piccolo laboratorio di futuro.