Lo sci ha rivoluzionato il nostro rapporto con la montagna, ha modificato il paesaggio montano, soprattutto quello alpino, e la sua economia. Rispetto a pratiche sportive come l’alpinismo, al momento della sua diffusione lo sci capovolge l’azione, scivolando in discesa, scrive l’architetto Antonio De Rossi in La costruzione delle Alpi. Lo spazio diventa sempre più artificiale: funicolari, skilift e seggiovie, ferrovie e stazioni d’arrivo, impianti e seconde case, residence e condomini. La città ‘sale’ in montagna. E anche la neve, dagli anni Ottanta, diventa artificiale.
Oggi il 90% delle piste da sci sulle #alpi italiane è innevata artificialmente secondo Legambiente. E mentre aumenta il numero di impianti di risalta dismessi o chiusi per mancanza di neve, aumentano i bacini di innevamento, riserve di acqua prelevata da fiumi e torrenti per la produzione di neve artificiale. Una peculiare ‘strategia di adattamento’ al cambiamento climatico alimentata da milioni di euro di finanziamenti pubblici a fondo perduto per l’industria dello sci.
Intanto, l’atterraggio delle #Olimpiadi invernali a #cortina na contribuisce allo spopolamento del paese. “Da anni la nostra comunità continua a perdere servizi, mentre il costo degli immobili si allontana sempre di più dalla portata di noi locali” scrivono i giovani di Cortina riuniti nel gruppo ‘Pista da boh’. (No, il #turismo non ripopola i paesi).
Il mercato immobiliare ostacola la nascita di nuove attività oltre lo sci, ma di fatto la domanda turistica sta già cambiando, racconta Giuseppe Dematteis di Dislivelli. Alcune destinazioni puntano sull’aumento del turismo estivo mentre altre si attrezzano per offrire ospitalità di lunga durata, racconta Anna Scuttari, docente IULM.
Dell’esistenza di una nuova domanda di montagna sono convinti gli autori di ‘Migrazioni verticali’ appena uscito con Donzelli, che racconta le sfumature di forme emergenti di mobilità. Per capire qual è il loro impatto sul territorio bisogna guardare ai luoghi, spiega Andrea Membretti. E se le ‘migrazioni verticali’ sono ancora un fenomeno in nuce, il momento di chiedere il ‘diritto alla montagna’ è già arrivato.
Ne ho scritto qui: Lucy sulla cultura